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Era una giornata qualunque, finita la lezione in università decisi che avrei fatto un giro fuori. Volevo andare a visitare un pò la città, o meglio il bar di Lucas, un ragazzo in corso con lui. Lì facevano il migliore tè freddo della zona. Era alla spina. Forse sembrerà una scemenza, ma fa davvero la differenza un tè in lattina ed uno alla spina. Sarei andato lì in bicicletta. Giornata tranquilla tutto sommato, non avevo seguito molto a lezione, ma poco importava. Non mi importava poi molto per via del professore. Noioso come pochi. Il suo corso era così basilare che se fosse stato obbligatorio mi sarei presentato solo all'esame. Detto questo continuavo ad andare in bicicletta. La città di New York era sempre piena di gente che andava in ogni direzione. Le strade trafficate. Quindi andai avanti fino ad arrivare a questo posto. Il bar dove lavorava Lucas, che poi forse era meglio definire tavola calda e bar insieme si chiamava "Hell and Haven". Accanto c'era un negozio di pc ed altri oggetti di natura tecnologici. Il mio pc aveva due anni, ma dovevo tenermelo buono almeno altri 3. Il telefono però non aveva ancora un anno. 
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Nonostante fosse la sua giornata libera, Renard era comunque in giro per lavoretti scolastici. Il suo istituto aveva bisogno di sostituire i computer della sala docenti usufruendo dei fondi appena giunti dallo stato. Le scuole pubbliche americane, si sa, sono sempre state surclassate da quelle private; forse proprio per questo il professor Evans non aveva accettato lavoro in quei luoghi "privilegiati".
Insomma, aveva bisogno di comparare un po' di prezzi ed il negozio dal quale stava uscendo era uno dei tanti consigliati dalla preside. Sicuramente avrebbe speso meno acquistando online, eppure il consiglio docenti non aveva approvato questa idea.
Scrutò l'orologio che aveva al polso: cominciava a comprendere come mai avesse fame. Fortunatamente accanto al negozio si collocava una tavola calda che non sembrava affatto male. Di solito era un tipo abitudinario, Renard, assiduo frequentatore degli stessi posti, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Fu la pigrizia a prevalere: d'altronde si trovava dall'altro lato della città.
Entrò in questo "Hell and Heaven" pensando subito "Quanta originalità hanno gli imprenditori ultimamente... se non sbaglio qualche ragazza dell'ultimo anno stava caldamente consigliando questo posto alle sue amiche. Proviamolo". Si diresse dalla cameriera attendendo che gli venisse assegnato un tavolo: tutto ciò sempre in maniera impercettibile e quasi indifferente.. -
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Entrato nella locanda non fu difficile trovare un posto semplice per uno. Lucas me l'aveva tenuto da parte. Lo salutai con la mano. Avevo 3 posti liberi con me, ma del resto non ero restio a dar via sedie o simili. Ero venuto per uno di questi famosi tè freddi alla spina tanto famosi. Dio, probabilmente la gente penserà perchè non una birra, ormai 21 anni lì ho, ma sapete... Non credo che dovrei bere oggi. Non ne ho proprio voglia. Ultimamente era stato un periodo molto tranquillo a dire il vero. Quindi aspettai che arrivasse questo famoso tè. Avevo scelto come gusto la pesca. Classico, ma sempre buono. Quindi mi guardai in giro, studiando chi ci fosse in zona. "Hell and Haven" è un posto alquanto singolare sotto molti aspetti. Quindi continuai a guardare in giro per vedere cosa nascondeva quel bel locale. . -
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Per fortuna il locale non era completamente pieno, quindi Renard non dovette attendere molto prima di seguire la cameriera al suo tavolo. Probabilmente gli altri avranno pensato che, per un uomo della sua età, fosse piuttosto insolito presentarsi in una delle tante ore di punta in un ristorante completamente da solo; l'uomo se ne accorse quando la cameriera assunse un'espressione stranita nel sentir pronunciare "No, non aspetto nessuno". Si sedette al tavolo indicatogli, vicino a quello di un ragazzo più giovane di lui. Era troppo discreto per scrutare chiunque in quel posto, si rese solo conto con la coda dell'occhio che quel giovane forse aveva qualche anno in più dei suoi studenti. Comunque, era entrato per mangiare e non per socializzare(quando mai l'avrebbe fatto?), quindi ordinò immediatamente qualcosa che somigliava più ad un brunch che ad un pasto vero e proprio, accompagnandolo con del caffè lungo.
Mentre la cameriera tornava con la bevanda calda, egli ringraziò con un cenno prima del tempo per poi tornare fra i suoi pensieri. Aveva ancora diversi posti da visitare, aggiungere alla lista, prima di procedere con l'acquisto; certo, aveva anche una settimana di tempo per concludere il tutto, ma infondo che altro aveva da fare?. -
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Poco lontano da me si sedette un uomo, non mi interessai molto, tuttavia sentì cosa ordinava. Effettivamente mangiare qualcosa non era male come idea tutto sommato, ma non ne avevo voglia. Arrivato il tè da me ordinato, mi guardai rapidamente in giro, ovviamente dopo aver ringraziato. Dalla tasca presi una batteria con livello percentuale. Al momento era segnato 17%. Da poco avevo scoperto di poter emanare elettricità anche non per potenziare Dean, in pratica quello che faceva lui con le scariche blu. Cercando di non farmi notare, ponendo sotto il tavolo la batteria e tenendola con due mani ai due poli cercai di emanare poca elettricità dal dito ai poli. Così facendo non si sarebbe notato, o almeno speravo, di solito nessuno ci faceva caso. Inoltre era una scarica di un millisecondo, non penseranno che sia reale quello che hanno visto. Quindi poi avrei controllato il livello di carica. Avevo memorizzato il voltaggio, volevo imparare a controllare il flusso elettrico delle mie mani. . -
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Mentre aspettava il "brunch", Renard si guardava intorno: principalmente il locale era popolato da ragazzi, probabilmente studenti universitari. Decise quindi di usare il suo potere per analizzare gli apparati lì presenti. IPhone, iPhone, pochi Android... a quanto pare gli studenti preferivano i prodotti Apple, nonostante fossero meno personalizzabili degli android. Poi qualcosa catturò la sua attenzione, un'improvvisa carica di volt diretta verso un telefono. La batteria era quasi schizzata.
Renard era così preso da quel gesto che non si accorse che la cameriera era tornata e lo stava guardando molto stranita. Le fece un cenno, palesemente imbarazzato, mentre alcuni ragazzi si erano girati per vedere la scena. Li ignorò, tenendo a mente che dovesse dare una mancia a quella povera donna che si stava esasperando fra le sue stranezze. Nel frattempo sperò che il ragazzo interessato non avesse notato quel suo atto di indiscrezione.. -
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Ok, sembrava che più o meno funzionasse. Seppur non era quello che volevo, avevo ottenuto dei risultati. Il telefono aveva una carica ora del 32%. Un passo avanti decisamente, dovevo essere più preciso però, così non andava bene. La batteria si sarebbe danneggiata. Un 15% così improvviso era troppo. Tuttavia notai che stava succedendo qualcosa la vicino, ma non capì bene. Sembrava che un cliente avesse fatto qualcosa che aveva stranito la cameriera, ma si stava scusando. Quindi tornai a bere il tè come se niente fosse. Effettivamente non era il posto più adatto per questo, era meglio se andavo in ufficio a farlo. Il lavoro alla Pinest non era il massimo del divertimento, ma mi permetteva di evolvermi come persona dotata di poteri. Avevo visto qualche caso nel tempo, ma niente che mi avesse colpito in particolar modo. Pazienza, non era quello che ora cercavo. Cercavo di capire me, non avevo incontrato nessuno con poteri similari ai miei o a quelli di Dean quindi sinceramente non avevo spunti per il mio potere se non proprio Dean a dirla tutta. Quindi continuai a bere il tè freddo alla pesca che dovevo ammettere essere davvero buono e sto parlando di un tè. Che cosa strana . -
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Renard notò con piacere che quel giovane non si era accorto di nulla. Tirò un sospiro di sollievo, decidendosi a gustare il brunch con un certo ritmo: si era troppo messo in mostra in quel locale, e la situazione non gli piaceva affatto. Sperava di poter terminare con tranquillità il suo piatto invece un viso fin troppo noto si avvicinò al suo tavolo:
"Professor Evans! Allora ha deciso di seguire il mio blog!"
D'un tratto si ricordò la spiacevole verità: aveva sentito parlare di quella tavola calda da una sua studentessa molto popolare, la quale gli aveva chiesto più volte consigli per spopolare anche su internet con un blog di news e critiche locali. Ormai non poteva tirarsi indietro, la sua scelta di restare impassibile era andata a farsi benedire. Le rispose con la solita cordialità, senza voler sembrare un guastafeste anche se era pur sempre il suo professore:
"Emily... sì, mi trovavo nelle vicinanze e ho deciso di provarlo. Piuttosto, tu non hai il corso di recupero con l'insegnante di francese?"
La ragazza, imbarazzata ma convinta, gli rispose scherzando:
"Andiamo... tutti saltano almeno un corso, dovrebbe essere contento che non sia il suo, dico bene?"
Quando rise fragorosamente qualche ragazzo si girò a guardarla: effettivamente era una bella ragazza, non certo il modello "capitano delle cheerleader", piuttosto quello atletico e slanciato con dei lunghi capelli biondi e degli occhi color nocciola. In quel momento l'attenzione si stava riversando sulla ragazza, e di conseguenza su di lui; iniziò a innervosirsi, cercando di liquidarla il prima possibile, peccato che la bionda non ne avesse intenzione. Si sedette di fronte al suo professore per poi bombardarlo con domande di informatica.. -
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Il posto era diventato improvvisamente rumoroso, una ragazza aveva "assalito" l'uomo che era al tavolo affianco. Un professore di qualche materia della Highschool probabilmente. L'uomo non ne sembrava così felice, ma solo quella ragazza non se ne rendeva conto probabilmente... Oh e tutti i maschi che si erano fissati con la ragazza. L'uomo cercò di liquidarla, ma sembrava che questa "emily" avesse deciso che non importava e si sedette con lui. Inizialmente pensai di andarmene, del resto non era un mio problema ed avevo comunque finito con quel tè, davvero buono. poi m sentì un pò in colpa a dirla tutta a lasciarlo lì, senza nessuna ragione particolare. Ci pensai un attimo. Quindi mi alzai ed andai verso il tavolo del professore. Professore? chiesi come se mi fossi accorto di lui solo ora. Mi scusi, non l'avevo vista, ero al telefono..
Non lo dica ai miei professori. Dovevamo trovarci qui 5 minuti fa, perchè non mi ha avvertito che era arrivato? Inizia ad essere tardi, tra poco il professor Simuard dovrebbe arrivare e non mi ha ancora detto come posso aiutarla per la sua presentazione preliminare della sua proposta. Detto fra noi il professor Simuard è ansioso di sapere come le è venuta un idea così geni... Mi girai verso la ragazza salutando con un cenno di testa. Scusami non ti avevo vista. Vuole che ripasso più tardi professore? Se mi avesse cacciato peggio per lui, io avevo cercato di dare una mano, altrimenti dipendeva da lui ora. -
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Non poteva crederci: qualcuno era venuto in suo soccorso. Un estraneo con cui avrebbe dovuto probabilmente parlare dopo, al posto di Emily, ma in quella situazione gli sarebbe andata bene qualsiasi cosa. Qualsiasi. Emily era una delle sue studentesse più attente... e più loquace; era fin troppo gentile per liberarsi dalla conversazione. Questa opportunità non sarebbe stata sprecata in alcun modo.
Finse di ricordarsi dell'appuntamento, e con fare amareggiato rispose ad entrambi:
"Ti... ti chiedo scusa. Non ti avevo proprio visto... eh, sarà l'età. Emily ti dispiace se continuiamo il discorso sui codici più tardi? Magari domani a scuola... ho un'ora libera"
Da un lato si pentiva di dover usare quell'ora, dall'altro si ricordò della lista per i computer e decise che tenersi impegnato gli avrebbe fatto bene. La ragazza ci cascò pienamente: addirittura si scusò per averlo trattenuto in un momento così importante. Si congedò promettendogli che sarebbe passata dalla sala docenti la mattina successiva. Lo sguardo di Renard si rasserenò appena la bionda varcò la soglia: era libero, o quasi. Sicuramente avrebbe dovuto ringraziare il ragazzo di fronte a lui, e lo fece:
"Mi hai praticamente salvato il cervello, non sapevo come uscire dalla situazione. Grazie"
Non sapeva se presentarsi o meno, faceva decisamente schifo nelle situazioni sociali.. -
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Accennai un sorriso alla ragazza e un cenno di testa quando uscì. Poi mi girai verso il professore rieseguendo il gesto. Si figuri, nessun problema. Dissi semplicemente. Ho riconosciuto quell'espressione da quella dei professori miei quando le persone "loquaci"
vanno a parlarci. Dissi poi come una mezza battuta. Quindi mi fermai un attimo. Si goda pure in pace l'ordinazione, non la disturberò oltre Dissi. Non ero una persona maleducata. Non cambiavo un male per un altro. Quindi tornai un attimo a sedermi al tavolo accanto. Se la ragazza era ancora fuori si sarebbe insospettita se fossi uscito subito. Quindi mi sarebbe bastato attendere una decina di minuti. Se fosse ancora fuori mi sarebbe bastato tentare una finta chiamata al professore per chiedere del suo "ritardo" nell'arrivare. Poi sarei tornato dentro e avrei aspettato nuovamente. Niente di più semplice.. -
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Renard si sentiva in debito con il ragazzo. Aveva notato un comportamento insolito nella carica della sua batteria ed erroneamente pensò di potergli dare una mano. Così si girò verso di lui per poi dire vagamente:
"Non ho potuto fare a meno di notare che stavi osservando il tuo cellulare... va tutto bene? Problemi con la carica forse? Mi sento in debito, se posso aiutarti con qualcosa chiedi pure
Nel frattempo la cameriera gli si avvicinò una terza volta... non era il suo giorno fortunato. Le fece segno di riempire la tazza di caffè, giusto per tenerla contenta e mandarla via.. -
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Il professore mi chiese se volevo aiuto, per ricambiare quello dato precedentemente, con il mio telefono. Aveva notato qualcosa? Beh forse niente di preciso, quindi potevo sfruttare la cosa per chiudere la questione rapidamente. Accennai un sorriso. Cosa? Oh no grazie. E?tutto apposto, si era un attimo tolta un impostazione, ma è tutto risolto. Dissi mostrando la batteria che ora segnava una percentuale più che soddisfacente per i miei scopi...Qualche messaggio, forse una chiamata, una partitina a qualche giochetto che avevo appena scaricato sul play store. Comunque grazie del pensiero . -
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Non gli avrebbe dato fastidio ulteriormente, dopotutto il ragazzo l'aveva salvato dalla sua studentessa e sembrava intento a voler tornare a farsi gli affari propri. Lo salutò con un cenno della mano, apprestandosi a tornare al proprio posto, dopotutto doveva ancora finire dei pezzi del brunch che ormai si erano raffreddati. Non avrebbe detto qualcosa, probabilmente aveva già parlato anche troppo con uno sconosciuto per le sue abitudini; era stata la conversazione più lunga che avesse avuto con qualcuno che non fosse un suo studente od un suo collega. Finì il poco cibo che era rimasto nel piatto, scuotendo la testa come a volersi dare dell'idiota: aveva persino visto un'anomalia nel telefono di quel ragazzo, probabilmente completamente immaginaria a causa della situazione. Avrà pensato che volesse inventarsi un modo per attaccare bottone, quando quella sarebbe stata l'ultima delle sue opzioni. "Eppure ero convinto di aver visto qualcosa di strano, anche anche lui sia..? Non lo credo possibile, è molto improbabile. Farei meglio a farmi i fatti miei. .
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